PER UNA CRESTA

Agosto 2015 - Isola di Phu Quoc (Vietnam)

Come non terminare un viaggio culturale con un po' di mare?
Diciamo la verità, raggiungere l’isola di Phu Quoc partendo dalla Cambogia non è stato per niente semplice, ma la possibilità di fare qualche giorno di mare e nel frattempo poter anche conoscere e osservare un Phu Quoc Ridgeback dal vivo e nel suo ambiente, mi ha spinto senza dubbi a raggiungere l'isola.
Purtroppo, una volta arrivati, ci rendiamo conto di essere attorniati solo da cantieri a cielo aperto, mostruosi albergoni di lusso in costruzione, luna park, campi da golf, e tra un cantiere e l’altro le spiagge tropicali deserte avevano un aspetto un po’ abbandonato.
E’ infatti solo dal 2011, con il nuovissimo aeroporto internazionale di Duong Dong, che Phu Quoc ha iniziato ad attirare turismo sull’isola stravolgendo "positivamente" l’economia della popolazione, ma è altrettanto evidente che la natura incontaminata qui resisterà ancora per poco.

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Il Phu Quoc Ridgeback è una delle 3 razze al mondo di segugi primitivi con cresta dorsale (oltre al Thai e al Rhodesian), una razza estremamente rara, molto probabilmente autoctona (che prende appunto il nome dall’isola) da sempre utilizzata per la caccia e la guardia.
Al momento ci sono circa 700 esemplari di pura razza registrati al Vietnam Kennel Club.
Per quanto riguarda la cresta, potrebbe esistere un collegamento tra questo cane asiatico ed il cane con la criniera africano, il Rhodesian Ridgeback, per esempio risalendo ai vari commerci tra Asia e Africa, a cominciare da quelli dei Fenici, sulle coste Nordafricane, o degli Arabi, sulle coste Orientali, o più recentemente dei Portoghesi o degli Olandesi sulle coste Meridionali; ma si potrebbe anche trattare più semplicemente di una mutazione parallela.

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E’ un cane di media taglia dall’aspetto primitivo, molto simile al tipico cane Paria, caratterizzato appunto da una cresta dorsale (ovvero una striscia longitudinale di pelo rivolto in senso contrario) a forma di spada o freccia, orecchie erette, pelo non più lungo di 2 cm attualmente con una vasta gamma di colorazioni, occhi leggermente a mandorla, coda a uncino, grossa alla base e più fine verso la punta, zampe palmate e macchie blu/nere sulla lingua.

Interessante l'effetto della cresta su un incrocio tra PQR e cane con pelo di media lunghezza.

Interessante l'effetto della cresta su un incrocio tra PQR e cane con pelo di media lunghezza.

Selvaggio, coraggioso, indipendente e curioso, fisicamente è un connubio perfetto di forza e agilità. Un eccellente cacciatore che non teme le altezze, abile arrampicatore, saltatore, corridore e un nuotatore estremamente veloce.
Vive in branchi molto organizzati.
E’ considerato anche un buon cane da compagnia con molta voglia di apprendere, sono incerte invece le sue qualità di guardiano e di difensore delle persone. Vocalizza e ulula abbastanza frequentemente, più raramente abbaia. Adora rintanarsi e scavare buche nel terreno fino a creare vere e proprie caverne sotterranee, che vengono usate anche dalle madri per partorire.

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Purtroppo sempre più visitatori stanno cominciando a venire a Phu Quoc alla ricerca di questi cani, dando luogo a un triste business e ad una serie di allevamenti sull’isola a solo scopo di lucro. Un cane può costare dai 20€ ai 2.000€, ci raccontano che il valore è dato dal colore (il tigrato vale di più) e dalla bellezza della cresta che dev’essere il più possibile lunga e sottile.
E come ogni volta in cui c’è di mezzo il dio denaro ecco comparire dinamiche di sfruttamento, cani sempre vissuti in libertà si ritrovano in serragli e a catena, a bordo strada cuccioli spaventati vengono detenuti in gabbie sospese da terra come fossero galline, allontanati precocemente dalla madre, sfamati a solo riso in bianco e spesso denutriti.

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Il mio primo incontro fortunatamente è stato con un gruppo di cani appartenente ai gestori della Pepper Farm in cui alloggiavamo durante la nostra permanenza. Sono stati i protagonisti indiscussi di tutte le mie colazioni e cene, gli occhi erano solo per loro (povero fidanzato), soprattutto per le loro interazioni e comportamenti.
Il gruppo stava quasi sempre nella zona dell'ingresso, ma li ho visti anche uscire dal cancello per andare a fare un giro tutti assieme, con totale libertà decisionale e autonomia, senza mai arrecare disturbo ai turisti.
Anche qui, come in Indonesia, ho notato che i cani non vengono minimamente toccati o accarezzati dai locali e dai proprietari, e a mio parere non fa che portare dei benefici all'integrazione in mezzo alla gente, l’unica simil carezza che ho visto fare è stata con un piede, anzi con la ciabatta.

L’ingresso della Pepper Farm

L’ingresso della Pepper Farm

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Questo gruppo era composto da una giovane femmina molto schiva con le persone in fase di allattamento (solo qualche giorno dopo mi mostrano la cucciolata), tre cuccioli spensierati di circa 3 mesi di un’altra madre non più presente, e il “Nonno”.
Il Nonno era un cane maschio di 4 anni, il più anziano del gruppo seppur giovane, di una bellezza e particolarità unica, forse nemmeno tanto negli standard di razza, poco slanciato, ma con delle orecchie mai viste prima ad un cane, molto piccole, sottili, rigide ed erette, tipo gatto e un portamento meravigliosamente fiero.

Giovane madre in fase di allattamento

Giovane madre in fase di allattamento

Il "nonno" e le sue piccole orecchiette che sembrano quasi tagliate

Il "nonno" e le sue piccole orecchiette che sembrano quasi tagliate

Il "nonno" tra i tavoli della colazione che medita

Il "nonno" tra i tavoli della colazione che medita

Il "Nonno" nella sua espressione più tipica

Il "Nonno" nella sua espressione più tipica

Il "Nonno" che riposa all'ingresso della Pepper Farm

Il "Nonno" che riposa all'ingresso della Pepper Farm

Confesso che io persi la testa per quel cane.
Si prendeva cura dei tre cuccioli con l’attenzione e la pazienza di una madre, era uno spettacolo rimanere a guardare le interazioni educative con i piccoli, alternate a lunghi momenti di totale relax al sole.
Come tutti i predatori selvatici, di giorno riuscivo a fotografarli solo mentre riposavano e quando calava il sole, e non avevo più luce per fotografarli, si risvegliavano dal torpore e davano il meglio di sé cacciando insetti e animaletti e giocando come matti tra loro. I cuccioli mostravano già a 3 mesi un predatorio molto alto.

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Girando in macchina per l’isola iniziamo a notare diversi cartelli che indicano allevamenti di Phu Quoc, così un giorno decidiamo di andare in avanscoperta di questi allevamenti.

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Alcuni sono abbastanza casalinghi, altri più organizzati, il più grande è perfino segnato sulla cartina dell'isola tra le attrazione turistiche e l’ingresso è a pagamento (giustificato come un contributo alla conservazione della razza).

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Il nome di questo allevamento è Thanh Nga Dog Farm & Dog Racecourse, sì avete capito bene, all’interno c’è anche un piccolo cinodromo con gare ad orari prestabiliti e spalti per gli spettatori. Ma non è un classico cinodromo con la pista ovale, è come una sorta di “Giochi senza frontiere”, un vero e proprio percorso ad ostacoli da compiere alla massima velocità, io la chiamerei “wild agility".
Il percorso consiste in una serpentina con quattro rettilinei lunghi circa 100 mt pieni di ostacoli come per esempio passare in un tunnel sotterraneo, nuotare in un fosso paludoso, arrampicarsi su un albero, saltare dei trochi, etc.
I cani vengono “incitati” dal trainer che corre dietro a loro con bandierine, forti fischi e racchette (?!?) e da un altro trainer che li aspetta verso la fine con dei bocconcini.
La curiosità di vedere una gara era davvero tanta, ma ho preferito non finanziare questo spettacolino per turisti.

Cinodromo con gli spalti sull destra della foto

Cinodromo con gli spalti sull destra della foto

Box di attesa

Box di attesa

Il percorso

Il percorso

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L'ostacolo "Nell'antica foresta"

L'ostacolo "Nell'antica foresta"

L'ostacolo "Scegliendo”

L'ostacolo "Scegliendo”

L'ostacolo "Guadare l'acqua creando onde"

L'ostacolo "Guadare l'acqua creando onde"

L'ostacolo "Giù nel tunnel" (in basso a destra sotto i tronchi)

L'ostacolo "Giù nel tunnel" (in basso a destra sotto i tronchi)

Gli spalti

Gli spalti

Purtroppo però, mentre visito l’allevamento, mi rendo conto che è tutto costruito ad hoc per i turisti, fuori da alcuni recinti c’è un cartello che indica l’esibizione a cui si può assistere, “cani attenti all’ambiente che riportano la bottiglietta di plastica nel cestino”, cani che si arrampicano su reti alte 3 metri, zona accoppiamento… insomma mi sembra di essere ad un vero e proprio circo dei primi ‘900 e non posso che uscire da lì con l’amaro in bocca.

"Conquistare l'altezza"

"Conquistare l'altezza"

"Selezione inseminatori"

"Selezione inseminatori"

"Cani da corsa"

"Cani da corsa"

"Cucina casalinga per cani"

"Cucina casalinga per cani"

"La vita selvaggia dei Phu Quoc", ricostruzione del loro habitat con maiali e capanne.

"La vita selvaggia dei Phu Quoc", ricostruzione del loro habitat con maiali e capanne.

"Area per le monte"

"Area per le monte"

"Cimitero per cani"

"Cimitero per cani"

"Morti di vecchiaia" - "Morti a causa di morsi"

"Morti di vecchiaia" - "Morti a causa di morsi"

"Malattie mortali" - "Altre cause"

"Malattie mortali" - "Altre cause"

"Ricorda: l'animale cane è fedele ma frainteso"

"Ricorda: l'animale cane è fedele ma frainteso"

Lascio l’isola di Phu Quoc con impresso lo sguardo di un cucciolo terrorizzato e pietrificato venduto per strada, tra il caos della gente e delle macchine, rivedo così l’inizio dello sfruttamento del cane nell'allevamento per bellezza e mi rattristo molto, pensando a tutti quei simil Phu Quoc senza Ridgeback che girano per le strade dell’Indonesia, della Cambogia e del Vietnam stesso, esemplari ugualmente meravigliosi e affascinanti, che non solo non vengono apprezzati e rispettati, ma vengono addirittura mangiati!! La loro colpa è che non hanno nessuna particolarità che li possa rendere unici e commercializzabili, e la tanto aspirata cresta sempre più lunga mi ricorda le zampe sempre più corte e il muso sempre più schiacciato di certe razze occidentali.

C'è da chiedersi se la cresta li abbia salvati o condannati.

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